I costumi fatti a mano per Halloween di opere famose violano il Copyright?
Il giro d’affari che ruota intorno al giorno di Halloween fa venire i brividi, e nella notte più tenebrosa dell’anno ci chiediamo: i nostri costumi sono l’unica cosa a fare paura o lo è anche la violazione del Copyright?
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La notte di Halloween strega ogni anno sempre più persone, grandi o piccini che siano.
La tradizione di origine anglosassone è entrata a far parte delle nostre ricorrenze e, anche se il giro di affari si mantiene minore rispetto ad altre festività, il business che genera è da considerarsi più che considerevole.
Nell’ormai lontano 2018, Confesercenti in collaborazione con SWG stimava una spesa di circa 260 milioni di euro, una cifra che con tutta probabilità non ha fatto altro che aumentare e che coinvolge soprattutto i giovani tra i 18 e 24 anni.
Caramelle, dolciumi, costumi e maschere la fanno da padrone nella notte più tenebrosa dall’anno.
Se i costumi di Halloween nascevano in origine per raffigurare animali mostruosi e creature terrificanti, oggi sono sempre di più le maschere che si ispirano a personaggi della cultura pop (e quindi tendenzialmente protetti da Copyright), legati a film, opere televisive, letterarie, videogiochi e chi più ne ha più ne metta.
Possiamo decidere di comprare i nostri travestimenti per Halloween presso negozi o sul web (controllate che si tratti sempre di oggetti certificati e non contraffatti! Se di bassa qualità, i materiali contraffatti possono anche arrivare a danneggiare la vostra salute, nonché costituire un vero e proprio danno economico al mercato!), ma sempre più spesso i costumi vengono realizzati a mano da chi vuole indossarli.
E qui ci chiediamo: se decido di crearmi da solo un terrificante costume di Freddy Krueger per vincere il premio “Maschera più spaventosa” del paese sto violando il Copyright dell’opera?
No, tranquillo.
Non devi nemmeno denunciare il bambino che viene a bussarti alla porta per avere un po’ di caramelle e che veste un costume un po’ improvvisato di Joker, nemmeno lui sta effettivamente violando il Copyright.
Per farla proprio semplice:
se non stai sfruttando il tuo costume per generare profitto, quindi non a scopo di lucro, puoi dormire sonni sereni senza dover temere di aver infranto il Copyright dell’opera in questione.
(No, le caramelle del Joker-bimbo non contano come profitto)
In Italia non esiste il fair use, legge americana di cui ti parleremo in uno dei nostri prossimi articoli, ma la normativa sul Copyright, ovvero sul diritto d’autore, prevede alcune deroghe per l’utilizzo e pubblicazione di opere altrui senza il consenso del titolare.
Il primo comma dell’art. 70 della legge sul diritto d’autore (L. 22 aprile 1941, n. 633 novellata dal d.lgs. 68/2003) prevede che “Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.”
Riassunto, citazione e riproduzione di brani o parti di opera sono liberi di essere effettuati se per usi di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica e che quindi devono sempre essere non a fini commerciali.
Se ti sei liberato di un dubbio e se adesso ti senti leggero come un fantasma sei pronto per andare a festeggiare la notte di Halloween e a spaventare i vicini, qualunque sia il tuo costume (purché non contraffatto!).
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Fonte dati: Confesercenti