L’Italia è campione mondiale del design: la storia del trofeo più ambito del mondo
Il Trofeo Coppa del Mondo FIFA è la coppa più famosa e sognata al mondo: tutti conoscono il suo design, ma pochi conoscono la sua storia. Vediamo insieme com’è stato creato il Trofeo della Coppa del Mondo.
A cura di Alessio Quatraro
Il mondiale dei record
Si è da poco conclusa la ventiduesima edizione della Coppa del Mondo FIFA – Qatar 2022: il 18 dicembre 2022 il capitano della selezione argentina, Lionel Messi, ha alzato al cielo di Lusail la tanto ambita Coppa del mondo, portando l’Albiceleste al terzo titolo iridato.

Le foto di Leo Messi che solleva la Coppa del Mondo allo stadio fanno il giro del mondo e nel giro di pochi giorni il post su Instagram caricato dal campione argentino infrange tutti i record mondiali: con più di 73 milioni di like, è il post con più mi piace in assoluto (scalzando dal podio una foto di un uovo entrata nel guinness dei primati).
Finalmente anche Messi ha avuto il suo momento di gloria con la tanto agognata Coppa, ma qual è la storia di questo Trofeo? E perché, anche se l’Italia non ha partecipato alle ultime due edizioni del mondiale, il suo nome è indissolubilmente legato al torneo?
Il Trofeo Coppa del Mondo FIFA: un’eccellenza Made in Italy
Lo sapevate che l’attuale Trofeo Coppa del Mondo FIFA è stata realizzata da un orafo e scultore italiano? Proprio così, la Coppa più iconica al mondo è un’eccellenza italiana.
In occasione del mondiale del 1974, organizzato dalla Germania Ovest, la FIFA avrebbe avuto bisogno di un nuovo trofeo da consegnare al vincitore: fu per quel motivo che nel 1970 la FIFA bandì un concorso per la creazione del nuovo trofeo, ovvero quello che oggi è possibile ammirare in tv.
Il 5 aprile 1971 presso la sede della FIFA a Zurigo, l’allora presidente Stanley Rous e una commissione appositamente costituita si riunì per esaminare i 53 disegni progettuali che furono recapitati al colosso calcistico a seguito del concorso bandito nel 1970. Il design vincitore fu quello dello scultore milanese Silvio Gazzaniga.

Grande conoscitore dell’arte contemporanea, creatore eclettico, maestro di scultura, bassorilievo e tutto tondo, Silvio Gazzaniga è stato uno dei più significativi esponenti del panorama artistico contemporaneo italiano. Dopo essere venuto a conoscenza del bando per la nuova Coppa del mondo, il maestro si chiuse per una settimana nel proprio studio milanese di via Alessandro Volta, in prossimità dell’Accademia di Brera e del Castello Sforzesco: una volta realizzato il bozzetto, si rese conto che data la particolare plasticità scultorea della sua opera, il disegno non permetteva di apprezzare appieno la sua idea, pertanto, decise di creare un prototipo in gesso dell’opera da inviare alla FIFA.
Questa sua intuizione si rivelò vincente, in quanto i commissari FIFA potettero vedere e toccare con mano la coppa a grandezza naturale, potendone ammirare i vari dettagli e la fotogenia televisiva. La Coppa venne subito scelta e fu commissionata la sua realizzazione in oro che oggi tutti conosciamo.
La Coppa definitiva fu realizzata da Silvio Gazzaniga presso l’azienda in cui lavorava, la Bertoni (oggi GDE Bertoni) di Paderno Dugnano. Il Trofeo rappresenta due calciatori stilizzati in un’esultanza che sorreggono il mondo, riuscendo a trasmettere l’idea della gioia, dell’esultanza e della grandezza dell’atleta nel momento della vittoria. Le sagome non sono ben delineate, tipiche dello stile “non finito”, e i dettagli sono cesellati a mano. L’opera è stata realizzata con l’antica tecnica della “cera persa” in oro massiccio a 18 carati e alla base presenta due bande verdi di malachite semipreziosa e l’incisione “FIFA World Cup”.
Una volta rifinita, la Coppa fu presentata al mondo nel 1972 con il nome ufficiale di “Trofeo Coppa del Mondo FIFA”.


I diritti di Proprietà Intellettuale
Se l’opera è stata creata dal maestro Silvio Gazzaniga ma ora è di proprietà della FIFA, chi detiene i diritti di tale Trofeo?
Dal punto di vista del diritto d’autore, la Coppa viene considerata – sulla base dell’articolo 2 n.4 della legge sul diritto d’autore – una scultura, in quanto si ritiene dotata di uno spiccato valore artistico che consente alla sua forma di godere di autonoma rilevanza. L’opera, inoltre, riconosciuta in ambiti istituzionali, viene esposta durante diverse manifestazioni sportive senza mai essere messa in vendita.
In quanto opera di ingegno, la FIFA World Cup detiene sia i diritti patrimoniali, quindi di sfruttamento economico, sia i diritti morali, in quanto frutto dell’abilità creativa umana.
I diritti patrimoniali di un’opera d’ingegno disciplinano il suo sfruttamento economico, che può essere diretto (da parte dell’autore) o indiretto (tramite terzi). I diritti patrimoniali sono previsti dagli articoli 12-18 della legge sul diritto d’autore, sono indipendenti tra loro e comprendono il diritto di pubblicazione, riproduzione, rappresentazione ed esecuzione, il diritto di comunicazione, pubblicità e diffusione, nonché il diritto di trasposizione, trascrizione e traduzione. I diritti patrimoniali possono essere ceduti a terzi a fronte di un corrispettivo: questo è il caso della Coppa del Mondo, infatti, sebbene sia stata creata da Silvio Gazzaniga, l’opera fu realizzata per conto della FIFA dietro compenso. La FIFA, quindi, detiene i diritti patrimoniali della FIFA World Cup.
Per quanto riguarda la durata del diritto di sfruttamento economico dell’opera, la stessa si estende per tutta la vita dell’autore più 70 anni dopo la sua morte.
Con riferimento, invece, alla tutela della Coppa di per sé, sembrerebbe quasi scontato pensare che la FIFA l’abbia protetta come design, in realtà però la FIFA non ha depositato il design della Coppa, bensì l’ha tutelata sotto forma di marchio.
Riuscire a tutelare come marchio un prodotto, che deve essere riconosciuto o identificato dal pubblico di riferimento attraverso la sua forma, è sicuramente più complesso rispetto all’ottenimento della tutela come design. Per richiedere la registrazione di un marchio di forma o tridimensionale, come nel caso di specie, il prodotto o l’oggetto contemplato devono godere di sufficiente carattere distintivo tale da rendere chiara al pubblico la propria provenienza da una specifica fonte imprenditoriale. Infatti, mentre per il consumatore è piuttosto scontato basarsi su un simbolo o su un nome per identificare l’origine del prodotto che sta acquistando, non sempre questa operazione è immediata con riferimento alla forma del prodotto.
A maggior ragione, per evitare che un’impresa, registrando una forma come marchio, monopolizzi un particolare design o una soluzione tecnica, sono stati stabiliti determinati impedimenti legislativi tramite l’articolo 9 del Codice di Proprietà Intellettuale italiano e l’articolo 7(e) del Regolamento sui marchi dell’Unione Europea.
Nello specifico, è stata disciplinata l’impossibilità di registrare come marchi d’impresa segni costituiti esclusivamente:
- dalla forma imposta dalla natura stessa del prodotto;
- dalla forma del prodotto necessaria per ottenere un risultato tecnico;
- dalla forma che dà un valore sostanziale al prodotto.
Dunque, le imprese che intendano registrare la forma di un prodotto come marchio – decisamente appetibile a livello di tutela – non hanno quindi vita facile: i requisiti sono molti e i test operati dalle Corti e dagli Uffici locali piuttosto stringenti.
Per questo la legislazione in materia si preoccupa di mettere in piedi tutta una serie di garanzie, che abbiamo visto sopra, volte a evitare l’utilizzo dei marchi in modo strumentale per proteggere un design o un modello di utilità. Sarà sempre compito dell’impresa dimostrare che la forma che intende registrare sia effettivamente usata come indicatore d’origine del prodotto.
A tal proposito, occorre mettere in luce i maggiori vantaggi che derivano dalla tutela come marchio rispetto a quella come design:
- Il design assicura una forma di protezione in ambito legale per un massimo di 25 anni (rinnovabile ogni 5 anni), da cui deriva il divieto di riproduzione da parte di terzi di copie pedisseque non autorizzate.
- Invece, una tutela sotto forma di marchio garantisce una tutela potenzialmente illimitata nel tempo (rinnovabile ogni 10 anni) che non solo consente di vietare copie pedisseque non autorizzate, ma altresì confondibili e/o simili.
Inoltre, nel corso della fase di registrazione di un marchio è previsto un periodo di opposizione trimestrale durante il quale i terzi titolari di diritti anteriori possono opporsi alla registrazione del marchio in questione.
Nel caso del design, tale fase di opposizione manca del tutto.

Il primo deposito del marchio figurativo (con figurativo si intende un marchio che si compone di elementi grafici) della “FIFA WORLD CUP”, è avvenuta da parte della FIFA presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) il 22 dicembre 1975 con la seguente descrizione: “Il marchio figurativo consiste nella raffigurazione stilizzata di un mappamondo sorretto da una figura umana che poggia su un piedistallo pieno”, ed è stata registrata il 15 luglio del 1981.
Dopo 8 anni dal deposito a livello nazionale italiano, la FIFA depositò il marchio a livello internazionale presso la World Intellectual Property Organization (WIPO) il 17 dicembre 1983, ben 13 anni dopo la presentazione ufficiale del Trofeo. Anche in questo caso, il titolare del marchio è la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), con sede a Zurigo (CH). Per quanto riguarda la classificazione internazionale degli elementi figurativi (classificazione di Vienna), questo marchio rivendica le classi 01.05.01; 01.05.07 e 22.05.10, mentre per quanto riguarda la classificazione dei beni e servizi per gli scopi della registrazione dei marchi (Classificazione di Nizza), rientra nelle classi 06, 14, 25 e 28 (vale a dire articoli in metallo, metalli preziosi e loro leghe, abbigliamento e articoli sportivi).
Il 3 febbraio 2004 la FIFA depositò il marchio denominativo “FIFA WORLD CUP” (con denominativo si intende un marchio che si compone di parole senza elementi grafici) anche presso l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), mentre il 29 agosto 2013 lo depositò anche come marchio figurativo.
Quindi dopo la creazione della Coppa e la sua cessione alla FIFA, il maestro Gazzaniga non aveva più alcun diritto sulla Coppa?
Sebbene la FIFA detenga i diritti patrimoniali, ceduti appunto da Silvio Gazzaniga dietro compenso, i diritti morali dell’opera sono ancora di Silvio Gazzaniga. I diritti morali sono quei diritti che tutelano la personalità e la reputazione dell’autore, la paternità e la gestione dell’opera. Grazie ai diritti morali, l’autore può rivendicarne la paternità in qualsiasi momento: la Coppa, infatti, reca incisa la firma stilizzata del maestro.
Pertanto, sebbene la Coppa del Mondo FIFA sarà sempre vista come proprietà della FIFA stessa, grazie ai diritti morali nessuno potrà mai negare la sua paternità al maestro milanese.

Una data di scadenza
Lo sapevate che per l’edizione di USA ’94, al di sotto del basamento, fu installata una base in oro sulla quale vennero incisi, sotto forma di elenco, i nomi delle nazionali che hanno alzato il Trofeo dall’edizione del 1974? Ciascun sarebbe stato inciso nella lingua nativa del paese vincitore (salvo nel caso della Spagna campione nel 2010, incisa per errore in inglese con la dicitura “Spain”).
La base applicata nel 1994 poteva ospitare un massimo di 16 nominativi, cioè fino al mondiale del 2038, tuttavia a seguito di un restauro avvenuto nel 2018 è stata installata una nuova base in oro (questa volta fu corretto l’errore commesso nel 2010 con la Spagna) con i nomi incisi non più sotto forma di elenco, ma a spirale, seguendo le forme armoniose del trofeo e aumentando gli spazi disponibili estendendo la “vita” della Coppa di almeno altre sei edizioni.
Al termine degli spazi bisognerà capire se il Trofeo verrà mandato in “pensione” come successo per la Coppa Rimet o se la FIFA sostituirà soltanto la base conservando quella attuale in una teca presso la sede di Zurigo. Il Trofeo è divenuto così iconico che sarebbe difficile immaginare il Torneo con una nuova Coppa.
Un gioiello da proteggere ad ogni costo
Lo sapevate che la FIFA è molto protettiva nei confronti del Trofeo?
Al contrario della Coppa Rimet, questa coppa non sarebbe stata assegnata alla prima nazionale in grado di vincerla per tre volte (Germania: 1974, 1990, 2014), ma avrebbe continuato ad oltranza fino all’esaurimento degli spazi alla base. Fino al mondiale del 2002 la Coppa veniva prestata alla nazionale vincitrice per quattro anni, la quale si impegnava a restituirla all’inizio del mondiale successivo, occasione nella quale riceveva una copia fedele all’originale, da conservare nella bacheca dei trofei della federazione calcistica nazionale.
La copia che viene consegnata alla nazionale vincitrice dopo la premiazione è una replica fedele in scala 1:1 in ottone placcato oro, con bande verdi non in malachite, con un peso ridotto rispetto all’originale (2,8kg rispetto ai 6,175kg) e al di sotto del basamento non riporta i nomi di tutte le nazionali che hanno vinto il trofeo incisi in un disco dorato, bensì solo l’edizione del mondiale in questione e il nome della vincitrice su una base nera.
Al fine di evitare costanti segni di deterioramento e di prevenire eventuali furti come avvenuto per la Coppa Rimet, a partire dal mondiale 2006, la FIFA ha deciso di non dare più in prestito per quattro anni il trofeo originale alla nazionale vincitrice. Alla conclusione della finale, la Coppa originale viene consegnata al capitano della squadra vincitrice, che può festeggiare in campo con il vero Trofeo, ma poi una volta rientrati negli spogliatoi (a telecamere spente) la Coppa viene sostituita con una copia per il proseguimento dei festeggiamenti al di fuori dello stadio (e in patria).
Per questo motivo, nel dicembre 2005 la Coppa subì un pesante restauro supervisionato dal maestro Gazzaniga stesso: il Trofeo ricevette un nuovo rivestimento della cromatura d’oro, molto più brillante rispetto alla tonalità originale che era opaca (ci avete mai fatto caso che nelle foto d’epoca la coppa sembra giallo paglierino? Questo non è dovuto alla bassa qualità delle macchine fotografiche di allora), e i cerchi verdi di malachite semipreziosa furono sostituiti. La Coppa autentica viene custodita nella sede della FIFA a Zurigo, sigillata e custodita all’interno di un forziere inox rivestito in ecopelle, fornito da Louis Vuitton, che può essere ammirato durante la consegna della Coppa ogni quattro anni.


Il regolamento FIFA è molto più severo con questa nuova Coppa: solo i giocatori e i membri dello staff che hanno vinto un mondiale, i capi di Stato delle nazioni ospitanti e il presidente della FIFA possono toccare il trofeo, tutti gli eventuali addetti ai lavori sono tenuti a indossare dei guanti bianchi (salvo diverse disposizioni). Proprio per questo motivo ha fatto molto scalpore l’edizione appena conclusasi, che ha visto il ristoratore e imprenditore turco Nusret Gökçe, noto come Salt Bae, infiltrarsi in campo tra i vincitori argentini per farsi fotografare con la Coppa in mano. A seguito di questa violazione del regolamento la FIFA ha aperto un’inchiesta nei confronti dell’imprenditore turco, inoltre numerose federazioni sportive lo hanno bandito dalle rispettive finali di coppa.
Una foto passata alla storia

Nel cuore degli italiani è impressa una foto scattata nel 1982 sull’aereo di ritorno da Madrid, città dove si era tenuta la finale del mondiale Spagna ’82, che ha visto trionfare per la terza volta gli Azzurri (la prima con la nuova versione del Trofeo). In questo scatto si possono ammirare il capitano Dino Zoff e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini intenti a giocare a scopone contro Franco Causio e il CT Enzo Bearzot con la Coppa del Mondo, ancora presentante la cromatura opaca, sul tavolino del velivolo. Purtroppo scene del genere non saranno più replicabili con la Coppa autentica: lo scatto di Leo Messi che si sveglia nel letto della sua stanza d’albergo qatariota con accanto Coppa del Mondo ha immortalato la replica che è stata consegnata alla federazione calcistica argentina.
Un vanto nazionale
Il genio del maestro Gazzaniga non si è limitato solo alla Coppa del Mondo FIFA: sono sue anche la Coppa UEFA (oggi UEFA Europa League), la UEFA Supercup, la Coppa UEFA Under 21, la Coppa UEFA Under 23, la Supercoppa Italiana, la Coppa d’Africa, la Coppa per i 150 Anni dell’Unità d’Italia, la Coppa del Mondo di Baseball, la Coppa del Mondo di Bob, la Coppa del Mondo di Volley e tante altre.
Oggi tutte queste coppe e le loro repliche continuano ad essere prodotte e restaurate esclusivamente dalla GDE Bertoni di Paderno Dugnano, nell’hinterland milanese, azienda alla quale la UEFA ha affidato anche la licenza esclusiva per la produzione ufficiale del Trofeo della UEFA Champions League. Questo vuol dire che in occasione di ogni restauro e/o lavoro di manutenzione, il Trofeo Coppa del Mondo FIFA torna a casa.
Nel corso dei suoi decenni il maestro Gazzaniga ha realizzato numerosissime sculture, medaglie e opere pittoriche, spaziando tra più generi: sportivo, commemorativo, storico e religioso. Queste opere gli valsero numerosi riconoscimenti, tra i quali l’Ambrogino d’Oro (2003), una delle massime onorificenze per i cittadini di Milano, e l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2012) premio conferitogli dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per ragioni artistiche e culturali.
Silvio Gazzaniga muore il 31 ottobre 2016 all’età di 95 anni nella sua casa di Milano e da allora riposa in pace nel Riparto 11 della Galleria BC di Levante Superiore nel Cimitero Monumentale di Milano.

Una tradizione passata alla storia
Lo sapevate che prima del 1958 non vi era la tradizione di far sollevare la Coppa al cielo al capitano della squadra vincitrice?
E sapevate che la tradizione fu avviata involontariamente?
Fu proprio durante la Coppa del Mondo Svezia ’58 che per la prima volta un capitano alzò al cielo un trofeo dopo averlo vinto, ma non lo fece di proposito in segno di vittoria: al capitano brasiliano Hilderaldo Bellini fu chiesto di sollevare il Trofeo per permettere ai fotografi di scattare delle foto migliori, iniziando una tradizione che si è estesa anche ad altri sport e che perdura tutt’oggi.

E tu, sapevi della differenza tra design e marchio per la protezione delle tue opere dell’ingegno?
E che la FIFA World Cup è un vanto tutto italiano?
Sebbene la Coppa appartenga alla FIFA e sia una creazione del maestro Gazzaniga, si potrebbe affermare che tale Trofeo sia nel cuore di tutti i tifosi di calcio.
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