Prodotti STG, PAT e BIO: cosa indicano esattamente queste sigle?
Facciamo chiarezza sulle denominazioni STG, PAT e BIO e parliamo della qualità e della storicità dei prodotti agroalimentari legati a queste sigle.
Siamo infine arrivati all’ultimo capitolo di questa trilogia che racconta il mondo delle sigle e delle denominazioni appartenenti alla golosa sfera dei prodotti agroalimentari.
Abbiamo già discusso dei marchi di qualità riferiti al vino (vale a dire marchi DOC, DOGT e IGT) e di quelli europei attribuiti a specifici prodotti selezionati grazie alla profonda connessione che li lega al loro territorio di produzione e d’origine (parliamo quindi di prodotti DOP e IGP).
Ultimi, ma non meno importanti, non ci resta altro che parlare di denominazioni STG, PAT e BIO.
In questo modo potrai avere uno quadro completo sull’argomento Food & Beverage e diventare un vero esperto in materia.
Se ti sei perso gli articoli precedenti, non preoccuparti, puoi sempre recuperarli dopo aver letto questo.
Cominciamo.
- STG (Specialità Tradizionale Garantita)
Introdotto dall’Unione Europea (ai sensi del Reg UE n.1151/2012), il marchio STG indica i prodotti che si distinguono per un disciplinare di produzione tradizionale e peculiare.
Obiettivo di questo riconoscimento è la tutela della specificità di prodotti agroalimentari che si contraddistinguono per proprietà culturali, storiche e sociali.
Qual è quindi la differenza tra STG e DOP o IGP?
I prodotti STG non devono essere necessariamente legati al territorio geografico d’origine, come invece lo sono i marchi DOP e IGP, ma devono “solo” essere considerati tradizionali e legati alla cultura di quel determinato territorio.
La produzione e la lavorazione non devono quindi avvenire in via obbligatoria all’interno di una specifica area geografica, è la tradizione stessa a rendere tutelabile il prodotto.
- Fare esempi di prodotti italiani con marchio di qualità STG è molto semplice, sono solo tre.
Anche se abbiamo il maggior numero di prodotti marchio DOP e IGP in Europa, le Specialità Tradizionali si possono letteralmente contare sulle dita di una mano.
Riesci a indovinare di quali prodotti stiamo parlando? Prova!
Tieni a mente che il marchio STG può essere ottenuto solo da ricette tipiche o metodi di produzioni tradizionali che esistono da almeno 30 anni.
Clicca poi qui sotto per confermare, scoprire o avere più informazioni sui prodotti STG del nostro paese.
- Mozzarella STG. [1]
Formaggio fresco che fa invidia a tutto il mondo, la mozzarella è il primo dei prodotti ad aver ottenuto il riconoscimento di Specialità Tradizionale: dal 1998 con tenera bontà.
Si differenzia dalle sorelle DOP e IGP per metodo di produzione. - Pizza napoletana. [2]
La regina delle pizze, inscindibile dalla parola Italia.
Dal XVIII secolo delizia il palato e nel 2010 è parte del patrimonio STG italiano.
Che altro dire? La pizza è la pizza. - Amatriciana tradizionale. [3]
Profumo di guanciale nell’aria, la salsa Amatriciana Tradizionale è l’ultima entrata nella famiglia STG. Ottiene il marchio nel 2020.
I prodotti STG, così come tutti i prodotti riconosciuti da un marchio di qualità, devono rispettare un preciso disciplinare di produzione.
Tale disciplinare regolamenta ingredienti, processi di creazione, qualità delle materie prime e caratteristiche del prodotto.
Anche in questo caso, il marchio STG è volto a tutelare il nome da falsificazione o abusi.
- PAT (Prodotti Agricoli Tradizionali)
Disciplinati dal Decreto Ministeriale 8 settembre 1999 n.350, i prodotti PAT sono prodotti tipici italiani particolarmente tradizionali e legati a un territorio e alla sua storia.
A differenza del marchio europeo STG però, il marchio PAT richiede che ricette o metodi di preparazione del prodotto siano consolidati da un periodo non inferiore a 25 anni.
Elemento comune agli altri marchi di qualità è quindi la connessione con il territorio d’origine del prodotto.
Cultura e provenienza si legano infatti in modo indissolubile a creazione, caratteristiche particolari, stagionatura e conservazione dei cibi tipici locali e tradizionali.
Nonostante questa profonda connessione con la zona d’origine però, i prodotti a marchio PAT non richiedono la presenza obbligatoria dell’intera filiera di lavoro all’interno della stessa.
I prodotti PAT non hanno la stessa diffusione dei DOP e IGP, stiamo anzi parlando di piccole realtà territoriali tutte italiane che richiamano maggiormente il marchio De.Co. (Denominazione Comunale di Origine, certificazione che può essere attribuita da un comune per riconoscere e tutelare i prodotti agroalimentari e artigianali caratteristici del territorio).
Paese che vai, cibo tipico che trovi.
Il riconoscimento PAT viene assegnato dalla regione di appartenenza del prodotto.
Le regioni attribuiscono e aggiornano periodicamente elenchi e descrizione dei prodotti che vengono suddivisi secondo le seguenti tipologie:
- Bevande analcoliche, distillati e liquori,
- Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione,
- Formaggi, grassi (burro, margarina e oli),
- Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati
- Prodotti di origine animale
- Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
- Preparazione di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi
Gli elenchi aggiornati dei prodotti marchio PAT contano oggi circa 5400 elementi e sono consultabili sul sito del Ministero. [4]
- BIO (biologico)
Lo abbiamo visto e ne sentiamo parlare spesso, ma cosa indica concretamente questo logo?
Il logo biologico dell’UE facilita l’identificazione dei prodotti biologici agli occhi dei consumatori e aiuta gli agricoltori a commercializzarli sul territorio europeo.
La prima pubblicazione del regolamento del biologico europeo risale al 1991.
Se in precedenza l’applicazione del logo era su base volontaria, dal 1° luglio 2012, il nuovo logo (chiamato eurofoglia) è divenuto obbligatorio su tutti gli alimenti biologici preconfezionati prodotti nell’UE.
L’applicazione facoltativa può invece avvenire a determinate condizioni quali: prodotti importati se conformi alle norme UE; prodotti biologici non preconfezionati; prodotti biologici dell’UE immessi sui mercati da parte di terzi; campagne di informazione per informare il pubblico sull’agricoltura biologica. [5]
I prodotti che puntano all’ottenimento di questo logo devono soddisfare scrupolose condizioni che riguardano, tra le altre, produzione, trattamento, trasporto e immagazzinamento.
Gli alimenti agricoli garantiti da questo logo rispondono ai seguenti requisiti fondamentali:
- Almeno il 95% degli ingredienti è con metodo biologico;
- Lo stesso ingrediente non è presente in forma biologica e non biologica;
- Il prodotto è conforme alle regole del disciplinare;
- Il prodotto proviene direttamente dal produttore;
- Il prodotto porta il nome del produttore, l’addetto alla lavorazione/venditore e il codice dell’organismo di ispezione.
Si conclude così il nostro viaggio per scoprire più nel dettaglio il mondo delle denominazioni del Food & Beverage.
Teniamo a ricordare che tutta la sfera dei marchi di qualità è volta alla tutela del prodotto, del produttore e dei consumatori.
È essenziale poter riconoscere in modo chiaro i prodotti agroalimentari e la loro provenienza.
Non solo ne deriva un miglior andamento del mercato, protetto da tentativi di contraffazioni e uso improprio di nome, ma anche una maggior protezione della salute degli acquirenti.
I marchi di qualità sono sinonimo di garanzia, autenticità e gusto.
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[1] https://www.qualigeo.eu/prodotto-qualigeo/mozzarella-stg/
[2] https://www.qualigeo.eu/prodotto-qualigeo/pizza-napoletana-stg/
[3] https://www.qualigeo.eu/prodotto-qualigeo/amatriciana-tradizionale-stg
[4] https://www.politicheagricole.it
[5] https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/farming/organic-farming/organic-logo